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08.01.04
Vj-Fleet, automobili come schermi.
La mobilità nello spazio urbano delle informazioni testuali, sonore e visive opportunamente assemblate, è un terreno di sperimentazione fertile, pronto a raccogliere i frutti delle intersezioni fra reti wireless che ricoprono le città. Le possibilità di girovagare destreggiandosi nelle varie coperture trasmissive, legittima non solo la fruizione, ma soprattutto la trasmissione pubblica di contenuti in modalità inedite e entro percorsi e medium che finora hanno privilegiato esclusivamente la banale patina dell'advertising. Vj-Fleet di Julie Andreyev è un progetto che consiste di 3 automobili dotate di un proiettore interno che manda le immagini al lunotto. Ogni auto è caratterizzata da un tema e dalla cultura automobolistica della città in cui si muove, ed è dotata di attrezzature che consentono lo scaricamento di video da reti mobili e il mixing video. Il tema serve per stimolare gli artisti video della zona ad elaborare opere originali e inviarle ad un server da cui poi l'infrastruttura presente nel veicolo può attingere tramite rete Wi-Fi. La parte sonora ha un trattamento separato, in quanto un artista sonoro all'interno dell'auto mixa i suoni che campiona da un microfono posto all'esterno del veicolo, ritrasmettendoli su frequenze FM, e quindi ascoltabili dalle altre automobili vicine. Un software specifico, infine, raccoglie alcuni dati dell'auto, come ad esempio il numero di giri del motore che condiziona la velocità di riproduzione dei video. In questo modo il progetto offre una visione complessiva dalle diverse sfaccettature della città, sintetizzata in tempo reale da alcuni dei suoi abitanti e ritrasmessa da una sua cellula vagante. La libertà di movimento e la capacità trasmissiva dei veicoli che intersecano percorsi nel linfatico sistema viario interno, simbolizzano snodi nevralgici che illuminano con la loro rielaborazione la realtà imminente, offrendo nuove lenti per guardare lo stesso territorio.