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Jay David Bolter, Diane Gromala, Windows and Mirrors, Interaction Design, Digital Art, and the Myth of Transparency . book
Jay David Bolter, Diane Gromala
Windows and Mirrors : Interaction Design, Digital Art, and the Myth of Transparency
<book> The MIT Press
ISBN 0262025450
Estrinsecando il fantasioso titolo di questo saggio gli autori affermano che "ogni artefatto digitale oscilla fra l'essere trasparente e l'essere riflettente", con un alternarsi di ritmi fra le due caratteristiche dato dall'interfaccia. La stretta correlazione e, al contempo, la netta distinzione fra digital design e digital art scorre nell'analisi delle opere presentate, prese a prestito dall'Art Gallery dell'edizione 2000 del Siggraph. L'analisi si snoda fra l'indispensabile interazione con l'utente, l'invisibilità dell'interfaccia e il suo potere illusorio, così come i pericoli e gli errori indotti dalla sua credibilità. E in effetti il territorio di confine lambisce i terreni più sperimentali del design da un lato e quelli più funzionali dell'arte dall'altro, ed è proprio questo uno dei temi centrali del testo apparentemente teso più a convincere i designer della proficua concettualità dell'arte, che a leggittimarne il ruolo di strateghi della comunicazione rispetto all'approccio funzionalista dei tecnici. Ogni analisi porta con sè una parte storica dell'informatica intesa come medium, o come strumento mediatico, e questo apre inedite vie di riflessione, spesso però senza riuscire a scrollarsi completamente di dosso le categorie del design, come svettanti linee guida. Il design più visionario ha espresso nel tempo idee e prodotti che, in quanto astrazioni di concetti forti, avrebbero avuto la stessa dignità di opere d'arte all'interno dei musei. Ma il prezzo che i rispettivi autori hanno dovuto pagare per arrivare a questo è stato quello di dover aprire gli orizzonti a pratiche, tecnologie e concetti estranei alle finalità strette del design, abbattendo barriere che prima o poi riemergono sistematicamente all'interno delle rispettive discipline. Se c'è un contributo che questo libro può portare è sancire ancora una volta la necessità di una interdisciplinarietà illuminata, che invece di contrapporre le diverse scuole di pensiero, premi le idee più brillanti e il loro intrinseco e, a volte, rivoluzionario, potenziale di cambiamento.