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.emusic 12.04.06 WYHIWYG, what you hear is what you get. WYHIWYG dei re-p what you hear is what you get, quello che senti è quello che ottieni. Questo sembra essere l'ultimo anello di una lunga catena di acronimi coniati nel corso degli anni in riferimento all'evoluzione dell'interazione uomo-macchina. Dal seme di 'What you see is what you get', quello che vedi è quello che ottieni, sono germogliate molteplici derivazioni esplicitate per esempio in WYSIWYM (what you see is what you mean) - acronimo coniato per Lynx un programma che permette di visualizzare la struttura testuale piuttosto che il layout - o in WYSIWIS (What You See Is What I See, quello che vedi tu è quello che vedo io) che si riferisce a un modello generale per la creazione di interfacce utente per sistemi groupware sincroni. Minimo comune denominatore di tutte queste accezioni, però, resta il riferimento alla capacità visiva. Con WYIWYG invece, si opera una duplice rivoluzione, sia a livello sensoriale che segnico. Infatti inserendo l'indirizzo di un sito web nell'apposito form, nel giro di pochi istanti WYHIWYG produrrà e leggerà - seguendone la metrica - una traccia mp3 contenente le stringhe html con cui è costruito il sito rendendo perciò udibile, esplicitando, quello che normalmente non solo non si sente, ma è anche invisibile: il codice. La riappropriazione di facoltà sensoriali spesso sacrificate dal predominio delle rappresentazioni visuali, porta inevitabilmente al superamento della dimensione prospettica fondata sulla costrizione del punto di vista in favore di una rappresentazione polisensoriale. Questa è percepibile a 360 gradi con i concetti di orizzontalità o frontalità che risultano notevolmente ridimensionati dando luogo, per dirla con Munari, ad una "progettazione per tutti i sensi". Francesca Tomassini |