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a u d i o
The Chemical Brothers
Dig your own hole
Virgin

L'evoluzione digressiva, dopo Exit From Planet Dust, poteva farsi difficile, ma i due alchimisti inglesi sono mirabilmente riusciti a trovare soluzioni acrobaticamente dissonanti nel piacevole stravolgimento delle regole effettuato. Non certo un album di elettronica pura (e forse anche per questo, con ragguardevoli vendite riscontrate), Dig your own hole chiama rumorosamente a sè l'attenzione del duo, che, con sovrapposizioni e infezioni funk/acide nel supporto technologico indispensabile a inscatolare un lavoro ricco all'inverosimile di contributi vari, si incalza rapido con informazioni soniche qualitativamente assortite. Nel bagaglio di ispirazioni retro e post datate, sono scartati a priori i legami con la chimica che stupisce, e ribaditi invece i legami biologici dell'arte compositiva libera da schemi.

info: www.virginmusic.it


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a u d i o
Various Artist
Wipeout 2097
Virgin

Un'accattivate compilation fatta per essere ascoltata in trance con video in rapida sequenza e joystick in pugno, stabile e preciso nei movimenti. Un oggetto di culto, non foss'altro, oltre che per lo splendido design dei Designer's Republic, ma anche per essere uno dei rarissimi casi, almeno fin'ora, di soundtrack per videogame. Wipeout, si dipana sulle percussioni elettroniche accellerate in fuga perenne a mezz'aria sui tappeti sintetici dai colori illuminati, e sui finti ostacoli scansati all'ultimo istante di prontezza. Una cinematografia in pixel ancora grezzi si articola fra i ritmi che scandiscono emotivamente il viaggio in loop infinito con accompagnatori di suono altisonanti (FSOL, Fluke, Orbital, Photek, Underworld, Prodigy, Daft Punk, The Chemical Brothers, Leftfield...) che ispirano senza tregua il raggranellamento di preziosi punti per la velocità irrefrenabile del sistema biologico/neurale in simbiosi.

info: www.virginmusic.it

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a u d i o
Daft Punk
Homework
Virgin

Se dieci anni fa ai Kraftwerk si fosse incantato il carillon, probabilmente sarebbe nato un disco come questo. Pur avendo un deciso puunto di forza sull'ironia che, suadente, contraddistingue i brani del pluricelebrato duo francese, è, infatti, l'elemento di ripetitiva ossessione che più di tutti imprime, insieme all'immediatezza degli originali campioni, il suo specifico marchio al lavoro in questione. La techno della stanza dei ragazzi realizzata magistralmente da Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, si rivela essere una delle novità più apprezzate della scena in fase di sovrappolazione. Con alle spalle remix per artisti come Depeche Mode, Chemical Brothers e Neneh Cherry, i due virgulti elettronici (hanno solo qualche anno più di venti) nutrono stima per la disco degli anni '70 (uno di loro è anche figlio d'arte) e possono ormai simboleggiare trionfalmente il successo domestico costruito sulle proprie capacità.

info: www.virginmusic.it

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