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21.10.03
Edwin van der Heide, il suono come dimensione.
Edwin van der Heide è un artista sonoro olandese, che dedica gran parte della sua ricerca al suono percepitp come dimensione, come elemento invisibile o insito nello spazio, che diventa preponderante quando esaltato nelle sue vibrazioni acustiche. Nelle sue opere l'ambiente sonoro diventa 'visibile' attraverso opportune materializzazioni, e viene riprodotto in modalità visibili. Fra gli esempi documentati con foto e brevi registrazioni audio ci sono: 'Wavescape', con l'uso di microfoni subacquei per far emergere i suoni presenti sotto il livello dell'acqua nelle orecchie di chi percorre la sponda di un fiume, con tutte le loro peculiari caratteristiche di trasmissione nel liquido; Spatial Sounds (100dB at 100km/h), celebre installazione, presentata anche ad Ars Electronica, che metteva in relazione potenti frequenze con rapidi movimenti meccanici in un meccanismo di attrazione / repulsione nei confronti del visitatore a metà fra un radar e un cane da guardia acustico; Radioscape, in cui è il territorio ad essere percepito come luogo delle frequenze e della loro distanza, per mezzo dell'intensità di segnali mandati da dodici trasmettitori sparsi su un territorio urbano. L'artista, che fra le sue collaborazioni vanta anche quella con la Sensorband di Atau Tanaka, ha la peculiarità di saper sviluppare tableau vivant sonori con le macchine adatte, e di rendere la presenza dei suoni percepibile come finestra aperta su uno spazio acustico, attivando la coscienza dimensionale dell'ascoltatore.