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Gravity and Resistance project,  Mikami Seiko, Ichikawa Sota
02.01.05
Gravity and Resistance project, dialogo fra corpo e spazio.
Già le avanguardie artistiche del primo novecento tentavano, in riferimento alla scienza, ciò che ora tentano un architetto e un artista giapponesi con un apparato tecnologico ben più ricco: rappresentare l’invisibile. Mikami Seiko e Ichikawa Sota sono gli autori di Gravity and Resistance, un progetto installativo che si avvale di più versioni per rendere manifeste le forze reciproche esistenti in un sistema dinamico. Tramite interazioni basilari -in tempo reale- con gli utenti, si vuole ripensare l’ambiente gravitazionale in cui siamo immersi come interfaccia della nostra percezione. Nella sua versione più recente, 2.0 gravicells, presentata durante il DEAF 2004, dispositivi sensoriali nel pavimento rilevano la posizione e il peso di uno o più utenti che attraversano la stanza, mentre un apparecchio GPS in loco misura la posizione dello spazio espositivo e dei satelliti GPS in orbita ad esso collegati. Quindi un software restituisce tutti questi dati sottoforma di grafici o, più poeticamente, come movimenti di suoni, luci (LED) e immagini geometriche che rispecchiano in modo corale le dinamiche gravitazionali, le posizioni, i movimenti e i cambiamenti di velocità di partecipanti e satelliti. Anche nella versione 1.0 'for anechoic room' la gravità viene rappresentata -in tempo reale- come suono e immagine. All’interno di una camera anecoica un software rielabora i dati relativi ai cambiamenti di posizione, inclinazione e peso del fruitore, nonché i suoni interni del suo corpo, rilevati rispettivamente da una piattaforma semovibile, due telecamere ed un sensore a contatto. L’output è costituito da una linea luminosa che taglia orizzontalmente le pareti della stanza (e rappresenta il senso dell’equilibrio) e da uno spazio sonoro tridimensionale. Che l’estetica degli ambienti -la compostezza formale che indulge nello spettacolare- non ci distolga dallo scopo: se qualcuno, nel bel mezzo delle stanze descritte, si troverà anche a ripensare alla forza di gravità nell’eterno dialogo tra il corpo e lo spazio, allora il lavoro avrà colto nel segno.
Francesca Colasante