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04.06.04
Let them sing it for you, plagiarismo frammentato.
Uno degli innegabili pregi del plagiarismo musicale creativo è quello di dissipare l'aura dell'artista musicale e il mito popolare che l'accompagna. Ridurre il 'sacro' prodotto musicale ad una sequenza di dati ricombinabili, ne spezza le caratteristiche di perfezione psicoacustica, evitando di subirne l'ipnosi programmata di ritmo e melodia. Ma varie sono le tecniche che sono state sperimentate per decostruire i brani musicali, estrendone brandelli che possano poi creare un diverso senso unitario. Let them sing it for you di Erik Bünger applica questo concetto alla voce, con un brillante script in cui è possibile inserire un testo che viene poi 'cantato' attraverso i rispettivi campioni vocali (circa 1400 sono quelli attualmente disponibili) delle diverse parole estratti da altrettante canzoni. Una tecnica che dà sempre i suoi frutti, già utilizzata con successo da John Oswald in alcuni dei suoi dischi di Plunderphonics costituiti da microcampioni di brani celebri di icone del mondo del pop. Qui inoltre viene brillantemente ribaltato l'assunto che i grandi testi sono quelli scritti da grandi autori, regalando ad ognuno la possibilità concettuale di far cantare i propri testi ad altrettante celebrità, scardinandone il diritto d'autore, troppo risicato per essere applicato a campioni di un secondo o poco più.