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Making Things Public, ZKM
22.03.05
Making Things Public, la dimensione pubblica della politica.
S'inaugura il 20 Marzo Making Things Public una mastodontica mostra organizzata dallo ZKM di Karlsruhe e curata da Bruno Latour e Peter Weibel. Focalizzata sulla rappresentazione della politica attraverso lo spirito dell'arte e della scienza, essa tenta l'ambizioso compito di ricontestualizzare il visitatore/cittadino nella complessa realtà contemporanea, delineando i luoghi, reali e astratti della politica stessa e contribuendo alla coscienza di tutte le loro azioni 'pubbliche'. Di certo la dimensione pubblica contemporanea è stata enormemente espansa dalla pervasività dei media e dal loro specchio sempre più ampio e seguito della dimensione personale e quotidiana. La 'atmosfera della democrazia' è quello che questa mostra cerca di cogliere, dalle cristallizzazioni passate e di altre culture, fino alle controversie odierne, in una ricerca che tiene volutamente lontana la politica professionista per concentrarsi su modelli che siano riusciti ad ottenere un riconoscimento pubblico attraverso un equilibrato mix di tecnologie, collaborazioni, interfacce, piattaforme, media e modelli reticolari interpersonali. Suddivisa in ben 13 aree tematiche, la mostra si snoda attraverso percorsi diversi raccogliendo decine di opere che spaziano fino a otto secoli fa. Fra le opere più recenti si trovano: 'Communiculture' dei Futurefarmers, una comunità che comunica per temi rappresentata da altrettanti avatar personalizzabili dai rispettivi utenti, 'One Trees' di Natalie Jeremijenko, 'JJ' un client per Carnivore sviluppato da Golan Levin che associa i livelli di guardia del software di controllo ad altrettante espressioni facciali, 'A Synoptic Outline', un'altra cartografia dettagliata dei Bureau d'Etudes, e 'Issue Crawler' di Richard Rogers e Noortje Marres, un'estensione del più ampio progetto Govcom.org. Uno specifico progetto web, infine, è stato affidato a Steve Dietz, intitolandolo Fair Assembly e consiste in un open database in cui si cerca di riprodurre il meccanismo assembleare di discussione e decisione attraverso la rappresentazione della molteplicità, ossia implementando una piattaforma partecipativa in cui chiunque può proporre un progetto web o software che abbia a che fare con i temi della mostra, facendone successivamente parte.