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nu electro, synth-popMy Robot Friend
Hot Action
<CD> Proptronix/Kompakt
Un esoscheletro a neon, giocando con l'iconografia robotica di Kraftwerk e Devo, s'accende da New York City, modulando con ironia ed intelligenza quelle stesse suggestioni che agitano le scene glitterate dell'electroclash. Quanta differenza tuttavia rispetto ai sussulti patinati di un Tiga, quanta distanza dall'hype e dalla virulenza performativa in stile Fischerspooner, troppo meticolosamente organizzate, mentre qui è tutto lo-fi, persino la grafica fluorescente ed infantile, dalla quale un essere metallico con la testa ovoidale, esclama orgoglioso (a mezzo fumetto) 'Hot Action'. 'I Am The Robot' si recita nel primo brano, ma al contrario del mitico quartetto di Dusseldorf, non ci si prende troppo sul serio. La mistica dell'uomo-macchina è solo un pretesto per imbastire un istrionico ed efficace cabaret neofuturista dove le note sintetiche provengono da giocattoli modificati, tastiere analogiche, chitarre varie, basso ed armonio effettati, combinati grazie a software disparati, secondo fantasiosi intrecci sperimentali però facilmente fruibili, estremamente comunicativi e gioiosi. Molte le influenze, quelle degli anni ottanta, dei B'52 e dei Talking Heads (sentite 'The Power Of Love'), trasfigurati nel ricordo non certo revivalista, agitando toni sarcarcastici riferiti all'industria del pop, ad esempio nell'irresistibile 'We're The Pet Shop Boys', ma non solo, eclettiche le suggestioni country in 'Why Won't You Call Me Back', pulsante e fuzzy il rifacimento di 'Understand Your Man' (Johnny Cash), prima d'arrivare all'ipnotica 'The Fake', una hit stranita e graffiante. Tutto divertentissimo e qualitativamente ineccepibile, nonostante la scelta di un profilo basso, con un'ulteriore punta di creatività nel brano finale dedicato a Walt Whitman e negli splendidi filmati aggiunti come bonus. Questo robot fa scintille: un'uscita assolutamente da non lasciarsi sfuggire.
Aurelio Cianciotta