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Scratch Code, Ben Laposky
03.01.04
Scratch Code, media art del passato.
Per chi lavora continuamente ai confini col futuro prossimo, è molto salutare guardarsi alle spalle, per capire meglio il presente e considerare con accresciuta coscienza le possibili conseguenze future. L'arte dei nuovi media, quindi, spesso appiattita dai curatori dell'ultim'ora sul 'nuovissimo', come dimostra l'attuale dilagante interesse su tutto ciò che è 'mobile', dimentica le sue radici e i suoi pionieri e mentori, che hanno dedicato tempo e tecniche spesso esasperate per la realizzazione di idee che squarciassero il velo d'incaccessibilità delle macchine e un loro uso non convenzionale. Scratch Code è una mostra in corso alla galleria Bitforms di New York che raccoglie opere realizzate fra gli anni cinquanta e gli anni settanta da artisti del tempo che hanno utilizzato diverse tecnologie, tutte con componenti elettroniche preponderanti, dagli oscilloscopi modificati al software scritto su schede perforate per produrre embrionali 'digital film'. Ben Laposky, Tony Longson, Manfred Mohr, Vera Molnar, Frieder Nake, Tony Pritchett, Peter Vogel ed Edward Zajec sono gli artisti internazionali selezionati, ciascuno per una sua peculiarità di processi adottati e conseguenti risultati ottenuti. Del resto già le encomiabili ricerche già fatte in Ungheria ('The History of Media and the Sources of Hungarian Media Art') e Danimarca ('Digitala Pionjärer' all'interno dell'edizione 2004 di Electrohype), così come gli studi storici e sociali dell'innovazione mediatica in tempi lontani, hanno portato alla luce non solo una gestione dei mezzi usati molto simile a quella contemporanea, ma anche una focalizzazione diretta sull'idea, piuttosto che sulla sua tecnica di realizzazione, spesso improvvisata o modificata in itinere. In questo senso gli errori commessi nel rendere il nuovo medium un feticcio, così come, invece, la paziente ricerca di soluzioni inedite ed efficaci dovrebbero essere d'esempio per chi oggi si accinge a costruire senso con le tecnologie digitali.