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12.02.03 The Chrono-Files, from time-based art to database.
Aperta già da qualche giorno all'Ort für aktuelle Kunst und neue Medien di Monaco (Germania) la mostra The Chrono-Files, from time-based art to database che cerca di analizzare le trasformazioni indotte dalle tecnologie digitali sul valore dell'informazione, della sua conservazione e della sua memoria. Uno degli aspetti più controversi, sottolineato dai curatori Margit Rosen e Dr Christian Schoen, è che sempre più lo status di informazione 'originale', non viene più attribuito all'aura insita in essa, ma alla sua raggiungibilità planetaria. Contestualmente la durata nel tempo di questo tipo di cultura è legata al sottile filo dell'hardware in continuo aggiornamento incompatibile col passato e con la fragilità delle sue memorie di massa. Questa volubile natura dei dati, insita nell'instabile equilibrio che li supporta viene rimarcata nei lavori selezionati per la mostra. A cominciare dall'installazione 'switch enlightment' di Jörg Auzinger, che attraverso un loop tratto dal film Farenheit 451 di Truffaut del 1966 mette in evidenza la conflittualità fra media tradizionali (un libro) e le tecnologie elettroniche, per proseguire con game online sociopolitico ./logicaland, e con MetaPlex, la visionaria realizzazione di un ambiente virtuale navigabile che riproduce i film e i video provenienti da diversi luoghi, abbattendo i muri, e più in generale i limiti dello spazio, a cui è legato un museo tradizionale. Inclusa anche la rappresentazione tridimensionale dei dati di IP-III, il robot 'Kurt', in grado di tatuare sulla pelle immagini attinte dalla rete, e, soprattutto, Unmovie, un progetto franco-tedesco che mette in relazione una conversazione fra uomini e bot software con i video in streaming condizionati nella programmazione dalle discussioni in corso.