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. electro, techno
Anthony Rother
Popkiller
<CD> Datapunk/Karma
Quinto album per Anthony Rother, il primo per la Datapunk, nuova etichetta (che ha esordito con la raccolta "In Electro We Trust "), a seguire gli indirizzi della Psi49net, con connotazioni meno elitarie d'un tempo e la volontà non dichiarata di centrare il bersaglio con qualche hit di peso. Considerando il risultato, l'estrema energia e la qualità che scaturiscono da tutte le undici tracce, Rother ci riesce a pieno, infondendo un concentrato della sua scienza sonica, qui applicata non tanto per i tradizionali fan (anzi suscitando proprio fra questi qualche perplessità), quanto piuttosto indirizzando il tiro verso platee più vaste, concedendosi ad atmosfere meno cupe, a brani cantati, 'ammazzando' il pop dall'interno, in maniera analoga a quella di Miss Kittin nelle sue ultime fatiche. E' l'underground che finalmente aggredisce la sfera mainstream, senza piagnistei e complessi d'inferiorità, senza le magagne di molte avanguardie 'difficili', con testi nient'affatto scontati ed un'immediatezza insolita per le scene alternative. Un album dal potenziale enorme, subito dalla intro, la prima traccia, 'Day', con un ritornello suadente, simbolicamente a ricordarci che 'life is wonderful', prima di attaccare con le scansioni fluttuanti della successiva 'Father' che ancora nel synthpop ripone rizomatiche le proprie origini. Ritmiche agili e decise, evoluzioni dolcemente robotiche (sulla scia dei migliori Depeche Mode, in '10.000 Dancers'), Anthony Rother senza dimenticare il ruolo che giustamente gli compete (è unanimemente considerato un riferimento assoluto per le sonorità electro-techno), qui si concede il lusso d'esplorare territori meno tortuosi, in vacanza dall'estremo, ma non per questo in vacanza d'ispirazione.
Aurelio Cianciotta