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. leftfield
Underworld
Back To Mine
<CD> Dmc Records/Audioglobe
Nuova uscita Back To Mine e ci si provano gli Underworld, una band che certo non ha bisogno di troppe presentazioni se ancora ad anni di distanza dai loro primi successi escono rifacimenti più o meno ufficiali dei brani che li hanno resi famosi (splendidi i recenti 'Cowgirl' e 'Rez', virtualmente opera di sconosciuti ma in realtà rielaborati dagli Atomic Hooligan che adesso danno alla luce per Junior Boys Own/V2 anche un rifacimento del classico 'Born Slippy'). Selezione super-eclettica che parte dalla voce calda e profonda di Gil Scott Heron (una mother superior ante-litteram) ma poi vira in maniera blasfema verso le Tlc. Si passa indenni all'ascolto dell'obliquo hip hop di Doctor Octagon per poi arrivare con molti sforzi alle battute diritte ed effettate di Rave Signal. Non si capisce bene la logica di simili passaggi (ammesso che ce sia una) ed i gradimenti sono appena riscattati quando Karl e Rick (adesso senza Darren Emerson) a 'Music' di Ltj Bukem fanno sinuosamente succedere 'Barrel Of A Gun' dei Depeche Mode. Arriva Aphex Twin al suono di mistici diggeridoo e poi le nenie di Ali Farka Toure ('Machengoidi' dall'album Radio Mali) seguiti da Tartit ('Buloululba') e da D'Angelo ('Brown Sugar'). Si chiude infine con il reggae di Gregory Isaacs. Se la ritrovata sobrietà dopo anni di eccessi produce questi effetti forse era meglio non smettere.
Aurelio Cianciotta