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. electro, future funk, minimal techno
Detroit Grand Pubahs
Galactic Ass Creatures From Uranus
<CD> Poker Flat Recordings
Combinazione potente, di questi tempi, quella tra il future funk e la techno, mentre da più parti si cerca di trasmutare in nuove forme il rapido successo seguito per sovraesposizione da una caduta altrettanto fulminea del fenomeno synthcore. Ci provano anche quelli della Poker Flat, a dare la propria versione, con i Detroit Grand Pubahs (guidati da Paris The Black Fu), in una sorta di non-stop erotic cabaret electro che sicuramente tiene il passo (al maschile) con i live 'frizzanti' di Peaches. La lontananza dall'old skool è marcata con un suono abbastanza sintetico e contemporaneo tanto che le secche scansioni di 'Dead Presidents' potrebbero bene comparire in un dj-set di Felix Da Housecat. Il tutto è però filtrato con attitudine obliqua, recuperando dopo il brano iniziale, alquanto smooth, hip hop ed r&b, p-funk e nuove tecnologie, in 'God Impostors', per poi subito dopo passare alle tastiere anni ottanta di 'Surrender' o al techno-glitter di 'Big Onion' (in precedenza uscito su 12' sempre per la label di Steve Bug). Si oscilla fra i bpm e le atmosfere fluttuano, a fare il verso alla sessualità non meno finta e ammiccante del mainstream in 'Bite The Pillow Talk' e in 'Training With The Dick Cannon', fino ad arrivare a 'Freak', forse l'episodio più interessante, dove i nuovi suoni, le ritmiche e voce 'lunare' riescono a far decollare con amalgama e spessore (non solo programmatico) un album che nel complesso rimane abbastanza confuso dall'influsso straniante delle formose uraniane mutanti.
Aurelio Cianciotta