> Archivio Recensioni  > Neural Magazine  > Neural Station  
 > emusic  > new media art  > hacktivism  

Blake Baxter
Dream Sequence 3: The Collective
<cd> Tresor/Audioglobe
Nel decennale della Tresor non poteva mancare da Detroit il ritorno alle scene di Blake Baxter, uno dei pionieri del movimento dance underground che da quella città ha preso le mosse sin dalla prima metà degli anni ottanta. Già dalle prime due tracce, Baxter incide profondo e seduttivo. Con la stessa suadenza di un Barry White di seconda generazione sussura ogni genere di sconcezze alla sua partner che risponde con mugolii: è "deepa", molto deepa, siamo entrati subito nel climax. Dream Sequence è una giostra dove non ci si annoia, house, techno, hip hop e funk, molte suggestioni stilistiche e sempre un forte carisma, pur se talvolta, certi passaggi da una traccia all'altra risultano un po' bruschi e danno giramenti di testa. Ma così ì. Dal primo cd ricordiamo le casse martellanti di "Acid Belch" e le altre fantasie bisbigliate di "Alot like you", "Intoxicated" ed "FM Disco", cavalcata percussiva con cadenze disco-tech. La suggestiva "Come 2 Da De", invece, è una cantilena hip hop da film horror. Nel cd 2 si riparte con strani lamenti. Tutta la cultura nera è sempre più ossessionata dal sesso. Blake non fà eccezione, con la voce avvolgente va a parare sempre lì. "Work Dat" e "Weomp!" tracce successive hanno sfumature più tech, mentre "Deep N Da Groove" è molto ariosa.
Aurelio Cianciotta Mendizza