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. downtempo
Dust
Dust: Remix
<2CD> Quatermass/Audioglobe
Groove downtempo, tenue elettronica pop, venata da dilatate suggestioni in odore di chill out music, un po' di folk e di atmosfere rarefatte, questo l'album d'esordio dei Dust, uscito nel 2002 e qui riproposto assieme ad una cospicua manciata di remix, in confezione doppia per la Bar De Lune. Ralph Lamb ed Andy Ross, ovvero la sezione d'archi degli Herbaliser (o se preferite la meno nota Easy Access Orchestra) con Adam Philips alla chitarra: possono essere già ampiamente soddisfatti dei risultati raggiunti, anche se raccoglieranno ancora altri frutti grazie a questi riusciti singoli. In evidenza fra tutti proprio Roots Manuva nella traccia iniziale 'Where You Wanna Be', riuscendo ad infondere ancor maggior pathos e determinazione in un brano funzionalissimo ma fin troppo calibrato e mellifluo. Discreto (anche se un po' parodistico) il lavoro operato da The Process (mixed by No Sleep Nigel) per 'Dead Cowboy', seconda traccia, che parte con un intro di piano alla Barry White e si sviluppa poi su un tema da colonna sonora anni settanta, inframmezzato da scratch e voci filtrate. Subito dopo arriva Agent K, con 'Creatures', e qui le atmosfere crescono di ritmo, a metà fra 'space' e 'planet bongo'. Ispirazione jazz a manetta ed ovattate evoluzioni per gli stilosi Flying Fish, a seguire r'n'b lento ma steppato nel Palm Skin Remix. Tutto fila come l'olio, 'My Only Love' sembra Moby (sarà il remix oppure era un po' così anche il brano originale?) e anche i Fragile State inducono a simili lirismi contemporanei con influssi appena più folk. Ultima citazione per i Gus Gus, sempre stringenti, qui con 'High', funky e hi-energy, distorto quanto basta e saltellante. Nel complesso (senza grandi lampi) tutto è gradevole e piacevolmente fluido.
Aurelio Cianciotta