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. elettronica, experimental
Experimental Audio Research
Data Rape
<CD> Space Age Recordings
Un classico del 'circuit bending', una scena artistico-musicale dove non convenzionali ma rigorosi sperimentatori generano articolate sonorità modificando l'elettronica di vecchie apparecchiature, essenzialmente giocattoli dotati di piccoli sintetizzatori, in questo caso traduttori anni settanta della Texas Instrument (la serie "Speak and Spell"). Il risultato è unico: l'effetto ottenuto pur sottoposto ad un'attenta analisi non è riconducibile al processo. Suoni ed atmosfere vengono strutturati appropriatamente con una qualità di fondo che esula dall'idea stessa che regola la ricerca, un merito non da poco, soprattutto se riferito al lavoro concettuale delle avanguardie storiche dove gli esiti disancorati dai procedimenti che gli hanno generati solo in rari casi riescono ad esprimere altrettanta compiutezza. Gran parte del merito, nel caso di 'Data Rape', và ad un nucleo di musicisti difficilmente catalogabile, Peter Kember, meglio conosciuto come Sonic Boom, Kevin Martin, Kevin Shields ed Eddie Prevost, provengono con molti meriti da band importanti (Spacement 3, Spectrum, God, My Bloody Valentine, Amm), unendosi alfine negli EAR, una sorta di supergruppo votato ad un'elettronica post-psichedelica, dalle tessiture chimiche, narco-indotte, fra modulazioni ed effetti, distorsioni e trasalimenti onirici. Uno spazio astratto dove sonorità ed emozioni vengono impastati non solo grazie alla tecnica acustica acquisita, quanto piuttosto immaginando altri mondi e 'modi'. Non è neanche più il caso, forse, di tirare ancora in ballo i maestri che per primi hanno rotto le regole delle accademie, delle consuetudini e di una fruizione 'normalizzata' dei suoni: Cage, Varese, Stockausen, sono lontani nell'evoluzione della specie e forse adesso sorriderebbero compiaciuti di quanto e come (con questi musicisti-hacker) le loro azzardate utopie siano oggi divenute realtà.
Aurelio Cianciotta