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. nu skool breaks
Freeland
Now & Them
<CD> Marine Parade
Adam Freeland e soci vogliono la nostra anima, riescono facilmente a conquistarla, dalla prima incisione, declamando fra battute grasse e immediate molti dei disagi, delle inadeguatezze quotidiane, immersi nel brodo contemporaneo. 'We Want Your Soul' impazzerà sulle piste, e non solo breakbeat, se anche Miss Kittin, ben lontana da queste sonorità, pensa bene di usare il refrain vocale di cui sopra per aprire il suo dj-set al festival romano di Dissonanze 2003 (succedendo all'ottimo Andy Weatherall). Adam Freeland non è certo nome da poco, praticamente uno degli inventori delle scene nu skool, mitiche le sue raccolte 'Coastal Breaks', dove ritroviamo i primi esperimenti di Bushwacka e degli Ils. Nessuna paura di confrontarsi con atmosfere meno liquide ed underground di un tempo, si colpisce fortemente nel segno, 'Mind Killer' è lirico, quasi rock, crudamente rappato ed elettronico (ricordando un poco i Prodigy dei tempi migliori). Si viaggia alla grande, 'Burn The Clock' inizia astratto e dilatato, etereo e sognante (sempre con l'apporto di Damian Taylor), ritroviamo qui sospensioni e fluidità, una fusion onirica che sfocia nelle altre ovattate sincopi di 'Big Wednesday'. 'Heel'n'Toe' incede nervosamente verso malsane vibrazioni electro, che pulsano inquiete e poi virano in un ragamuffin mutante. Ottimi i trattamenti vocali, grande cura nella composizione, stoffa da vendere. Un breve momento di sospensione con 'Physical World', prima di ripartire con 'Supernatural Thing', e se i Plump Djs attingono al passato del funky, qui con analoga operazione di recupero, si immergono i breaks nel soul e nel groove caldo r'n'b. E' una realtà tridimensionale quella in cui siamo immersi, i ritmi si fanno suadenti e quasi mistici, l'ottava traccia ammicca allo stile Barry White: i conti tornano. 'Life' e 'Nowism' chiudono splendidamente un album davvero maturo e senza tentennamenti: alla Marine Parade possono dirsi pienamente soddisfatti.
Aurelio Cianciotta