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. nu funk, jazz, hip hop
Funkoidz
The Deep Art Of Funk
<CD> Tast One/Audioglobe
Seconda uscita per la giovane etichetta italiana Tast One, impegnata sul versante nu-funk, neo-fusion, o breakbeat se proprio si vuole e se si intende il termine in un'accezione davvero molto ampia (a cercar di dare un nome a tutto quello che non è house). In rassegna il meglio della scuderia, con in testa Gaudì (in quanto a notorietà), qui con 'Chaine a Chaine', traccia che su una ritmica hip hop midtempo innesta suggestioni orientali, buona per rilassate selezioni chill out, ma niente più, subito seguita dal sax insinuante di Bedo (Jestofunk) in 'Boomchild' con i Lost Generation Of Funk, a rafforzare il dubbio che fra le ascendenze non dichiarate del progetto ci siano invece forti influenze di quello che una volta veniva chiamato acid jazz. Si scivola piuttosto verso atmosfere lounge da bordo piscina, venate appena da un pizzico d'elettronica in 'Cioramo' dei Tluk e neanche Dj Afghan con l'hip hop di '5 Years Of Complex' riesce a infondere sufficiente ruvidezza e pregnanza. I Feel Good Production nel remixare un vecchio brano deiI Pornofunky, 'Early Morning', scelgono la strada del drum and bass ibridato con motivi latini, un po' come in alcune produzioni più commerciali di Shy Fx e T Power, ma le ritmiche molto ondivaghe nella struttura non ci sembrano integrate a dovere, pur soggiacendo complici ad un grasso riff insistente. Melodie argentine, samba e bossa, rispettivamente per Shablo y Poopach e Afrika Bahisen Brothers, un poco di dub con Riccardo Philips, e poi Benasky cantante dei Ridillo (e qui il cerchio si chiude). Ma non è finita, sul filo di lana dell'ultima incisione con scatto di reni, arrivano i Suma e con un remix molto riuscito e ritmico dei Pressure Drop, i toni si fanno differenti: qui i bassi si sentono e finalmente si guarda in avanti.
Aurelio Cianciotta