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. brasilian music, jazz, drum and bass
Various Artists
Gilles Peterson In Brazil
<CD> Ether Records/Audioglobe
Non ha bisogno di presentazioni Gilles Peterson, appassionato e partecipe conoscitore della più recente storia musicale, dj e label manager, ispiratore del movimento acid-jazz e delle derive latineggianti poi sfociate nel lounge, a segnare le ultime due decadi, all'insegna di recuperi retrò, fra sonorità e attitudini, in questo in fondo mica tanto alieno, quando contemporaneamente in tutti gli ambiti della cultura (filosofia, architettura, arti visive, design e cinema), si guardava positivamente a riconsiderare la tradizione, gli episodi minori del moderno, prima dimenticati ma dopo spesso privilegiati (senza senso della misura), nella retorica sempre forbita ed articolata ma che tuttavia assimilava preferibilmente (e non solo in campo musicale) solo gli aspetti più facilmente appariscenti e popolari del passato a noi prossimo. Ogni manifestazione nuova diceva Greil Marcus nel suo 'Tracce di Rossetto' riscrive il passato, trasforma vecchi criminali in nuovi eroi, vecchi eroi in coloro che non sarebbero mai dovuti nascere e nuovi personaggi vanno a frugare nel passato in cerca di predecessori, perché le radici sono legittime e l'attualità dubbia. Nel pieno del postmoderno i modelli che ispiravano una nuova generazione, contrapposta idealmente ma contemporanea a quella dell'esplosione house, erano in gran parte ormai attempati musicisti, non la fremente urgenza del free jazz, relegata in un passato poco interessante o i nuovi suoni elettronici, che già comparivano, intrigavano le orde neo-cool, meglio motivetti che rimanessero facilmente impressi, fascinosi o ballabili, 'stilosi', la saudade alla Piero Umiliani o gli esotismi del maestro Augusto Martelli più che i fraseggi contorti o i minimalismi visionari. Gilles Peterson continua ad agitare le sue passioni, 'senza tempo', come i classici brasiliani selezionati nel primo dei due cd: Sergio Mendes, Mario Castro Neves, Djavan, Wilson Simonal che con il suo 'saccundì-saccundà' ha fatto sobbalzare mia madre ottantenne esclamando perentoria 'Mina', come se avesse sentito la Madonna materializzarsi da quello stereo spesso immondo. Certo il fondatore della Talking Loud non è responsabile di tali visioni, dei propri discepoli, delle banalizzazioni d'altri, questo è certo, ma quella stagione è definitivamente alle nostre spalle, molti degli incendiari sono diventati pompieri, gran parte dei produttori nu jazz strizzano adesso entrambi gli occhi alle scene house prima additate come la fonte di tutti i mali. Rispetto all'uscita in questione poco convince in quanto a contemporaneità anche l'infornata 'da hora', sul secondo cd, se fra i 'nuovissimi' sono incluse leggende come Elza Soares e Bebel Gilberto, se i 4 Hero con Patricia Marx non vanno oltre una pur elegante 'fusion', se Claussel e Kerri Chandler si limitano solo tenuemente a riadattare temi antichissimi e se le ritmiche drum and bass di Drumagick sono appena accennate rispetto alle componenti tradizionali. Meglio allora (ma fondamentalmente non cambia il discorso) Dj Marky & Xrs con l'apporto di Vikter Duplaix in 'Moments Of Lust', patinata ma efficace, o la successiva 'Beyond The Rains' di Mitchell And Dewbury, con i Drumagick questa volta più incisivi nel loro city mix. La qualità, la pregevolezza delle scelte è comunque alta e la raccolta piacerà a molti, lo speriamo sinceramente, almeno il buon gusto (quello vero) e l'onestà culturale qui sono salvi.
Aurelio Cianciotta