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. nu skool breaks
Holographic Bass Forms
<2x12"> Botchit And Scarper
Immaginate un soundsystem da favola con un muro di bassi profondi e corposi, immaginate dj-set incandescenti, una folla incredibile di persone, atmosfere e vibrazioni molto intense. Electro, breakbeat, lo spirito techno-rave portato a livelli di sincopi estreme e destrutturazioni. 'Noi siamo una forma di vita olografica e multidimensionale che si sta modulando a prescindere dalla natura e alla quale è stata data l'attitudine di orientarsi verso un codice chiamato suono che ha la capacità di trasportarci in un'altra dimensione', così sontuosamente, parla dell'esperienza del Trigger, uno dei suoi fondatori, Kosmik Neil. Molti dj sono stati protagonisti degli eventi organizzati dalla crew del Trigger, a contatto di quella sonica energia il paragone con una normale serata da club non era neanche da porsi, soprattutto quando in consolle c'erano artisti come gli Atomic Hooligan o gli Skool Of Though, Si Begg e Future Funk Squad, dj e produttori già abituati alle sensazioni forti e underground delle scene nu skool. Bene ha fatto la Botchit a rendere testimonianza di questo fenomeno dando alla luce un doppio 12' equamente diviso fra i musicisti elettronici appena citati. 'Left Hand' degli atomici Terry e Matt HoolĘè un pezzo da brivido, diviso fra break, techno ed electro, di quelli che spaccano le piste, non sarà mica un caso che la Junior Boys Own li abbia chiamati per un nuovo remix di 'Born Slippy' (dopo il recente successo dei bootleg di 'Cowgirl' e 'Rez'). Lloyd Seymour sta subito a ruota con la sua Skool Of Tought, 'Turn It Up' è incisivo, pulsante come tutte le produzioni della sua etichetta (a metà con Krafty Kuts), la Supercharged, che continua a sfornare imperterrita prodotti di gran qualità. Non può certo deludere Si Begg che ricordiamo anche nelle micidiali versioni di Buckfunk 3000 e Si Futures. Qui le risonanze degli altoparlanti si fanno più nervose e le frequenze basse debordano in un crescendo di funky alieno. Glenn 'Future Funk Squad' Nicholls mette fine alla partita con 'Lost In Time', synth ipnotici, acidi, suggestivi brevi inserimenti vocali e ritmi secchi. Puro breakbeat.
Aurelio Cianciotta