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. elettronica, bizarre, exotica
Le Forbici Di Manitù
Terrore Nello Spazio
<CD> Small Voices
Teatro dell'azione è un pianeta morente dove alieni-vampiri si appropriano del corpo degli astronauti delle navicelle Argos e Galliot, evanescenti forme aliene che arrivano a noi materializzandosi dal film stra-cult di Mario Bava 'Terrore Nello Spazio' e che si reincarnano ancora in questa fascinosa ed interessantissima produzione de 'Le Forbici di Manitù' elaborata a partire dalle sonorizzazioni svolte per il festival di fantascienza 'Invasioni' a Cosenza nell'estate del 2001. Quindici le tracce, conservando alcuni dei cut-up originali, dialoghi provenienti da più pellicole di quel periodo (metà degli anni sessanta), facendo fatalmente collidere l'esistenzialismo cerebrale di Antonioni e gli scombinati scioglilingua di Franco e Ciccio, il jazz e la psichedelia (alla Vampyros Lesbos, o a metà se si preferisce fra le musiche di Peter Thomas e quelle di Dick Hyman), connubi altrettanto alieni e bizzarri che vanno in pari con le stilizzate immagini cinematografiche dell'indimenticabile maestro del 'gotico' italiano. 'Le Forbici di Manitù' è un collettivo che certo non ha bisogno di troppe presentazioni, attive dal 1983, legate a doppio filo al più fecondo underground italico, in formazione 'aperta' ed attraversando i generi, con Manitù Rossi (fantomatico personaggio) e Vittore Baroni, e poi con Simone Beneventi, Nicola Bonacini, Enrico Marani e Gabriella Marconi, a testimoniare di quanto vitali siano ancora, dopo venti lunghi anni di sperimentazioni, quelle primigenie intuizioni. Atmosfere orrorifiche, swing, elettronica analogica e psyco-beat, exotica e science-fiction, con estrema varietà degli stili, riuscendo ad esorcizzare dalla banalità dei luoghi comuni quelle logiche che spesso intravedono nel recupero lounge delle sonorità anni sessanta-settanta un affrancamento di comodo dalla contemporaneità. 'Ma noi intellettuali, e dico noi perché la considero tale, abbiamo il dovere di rimare lucidi fino alla fine, ci sono già troppe cose superflue al mondo, non è il caso di aggiungere altro disordine al disordine-'. Davvero splendido.
Aurelio Cianciotta