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. minimal
Loscil
Submers
<CD> Kranky/Wide
Seconda prova per Scott Morgan, artista di Vancouver amante dei concept album e, a quel che si desume dalla musica che propone, delle sfide. Già l'avevamo apprezzato con 'Triple Point', debutto su Kranky del 2001 che provava a impiegare i principi di termodinamica su disco; con 'Submers' compone un requiem per l'equipaggio del sottomarino nucleare Kursk e per il sacrificio dei 118 marinai russi che ha evitato un disastro di proporzioni catastrofiche. L'album parte con una vera, lenta, immersione in un mare di loop e oscillazioni, quando si viene piacevolmente cullati dal fluire di 'Argonaut' che sfocia nel ritmo fitto di tensione di 'Gymnote'. Percussioni ovattate e lunghi drone che si avvicendano fra cambiamenti minimali (ma continui) della struttura di quest'onda musicale. In alcuni casi si viene avvolti da correnti fredde, dove il beat è secco e si propaga in un'eco prolungata ('Nautilus'), in altri sembra di essere proiettati ad alta velocità in un'ipnosi sottomarina ('Diable Marin'). Eppure, in un ambiente tanto rarefatto e refrattario ad una semplice catalogazione, anche la melodia trova spazio fra le linee conduttrici di 'Resurgam' e nell'oscurità degli abissi di 'Le Plongeur'. 'Submers' è un album che prova a sovvertire la forza di gravità in maniera mesmerica e che arriva ad assumere un'aria sacrale in 'Kursk', l'omaggio che ha nel loop (e nel concetto di infinito) i principi di inizio e fine.

Michele Casella