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. italo-breaks
Miele
Flux
<CD> Planet Records
Risulta particolarmente anomalo ma significativo che un artista italiano citi fra le proprie influenze i musicisti digitali della crew TCR (Pilgrem, 2 Sinners, Koma & Bones) e poi i vari FreqNasty, Terminalhead, Blim, Dylan Rhymes e Meat Katie, ovvero alcuni fra i numi tutelari delle ultime sperimentazioni nu breaks: per Stefano Miele, produttore napoletano già al secondo album, ciò sarà frutto probabilmente delle sue conoscenze e delle passioni come dj, in giro per club a proporre incandescenti ritmi spezzati. Miele, questa volta in compagnia di Ilaria Graziano, vocalist di buon livello che può vantare già collaborazioni con Daniele Sepe, E'Zezi e Speaker Cenzou, ha dato vita ad una interessante commistione fra elettronica e tradizione. In terra partenopea, storicamente, si è molto attivi nel riuscire a raccogliere e rielaborare i nuovi e più interessanti movimenti che arrivano dall'estero. 'Flux' è breakbeat con un anima mediterranea, internazionale nei riferimenti alle sonorità basse, ma molto modulato in tutto l'uso delle voci da scelte più nostrane ed attitudine melodica. E' presente anche l'eclettico rapper pugliese Caparezza, voce ironica e pungente in 'Musica Anarchica', un po' tarantellata fra synth e flauto irlandese, mentre compaiono addirittura ciaramelle e flautini, strumenti musicali tradizionali del sud, assieme a frequenze pulsanti, theremin e macchine come la Roland SH101. Totò Le Mokò 2002 ha una colonna sonora italo-breaks: nella casba dei quartieri bassi finalmente si smanetta di Mac a tutto tondo.
Aurelio Cianciotta