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. downtempo
MJ Cole
Back To Mine
<CD> DMC/Audioglobe
Matt Coleman, meglio conosciuto come Mj Cole, astro splendente del two step, dee jay, artista a 360° e produttore affermato con remix di successo che spaziano da Mariah Carey ai Master at Works, da Dido a Goldie, da Nitin Sawhney a Maxee, sue produzioni anche con le TLC, con Roots Manuva, con Ed Case, qui in una dimensione più intima fra ascolti casalinghi e personali influenze stilistiche. Ben si comprende ascoltando questa illuminante raccolta la ragione per cui da raffinato agitatore dei dancefloor garage caldi e meticci, inondati da champagne e groove sincopati, scelga ancora di incidere, unico in quei paraggi, per la Talking Loud, etichetta ormai storica e un poco attempata che della riscoperta dei toni in odore di jazz nel decennio scorso è stata la principale promotrice sotto la guida severa di Gilles Peterson: non si scopre certo niente di nuovo, nel soul jazzato, nelle melodie vocali r'n'b, insieme alle folgorazioni delle velocità frenetiche indotte dal d'n'b e dal primo speed garage, sono inscritte, allo stesso tempo, le mappe genetiche del genere, ci sarebbe da riflettere al contrario su come molti degli esponenti di quella rinascita della musica nera abbiano abbracciato invece le molto più banali contaminazioni di un house-jazz spesso omogeneizzato e pigramente lounge, ripetitivo nei ritmi, tradendo la natura fragmentata e in levare della tradizione più seria. Mj Cole ha rivitalizzato lo spirito maggiormente dance e swing, dando voce a un genere nato nelle strade anche se con patinate coloriture da club . Dopo l'esplosione dirompente, un certo riflusso dell'eccitazione iniziale è inevitabile, il garage inglese non sparirà, diventerà un nuovo classico, come l'hip hop, come adesso il drum'n'bass. Coleman è un precursore: una raccolta di socchiuse e sognanti sonorità dallo scaffale più segreto a testimonianza di un'attitudine autentica.
Aurelio Cianciotta