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. elettronica
Mouse On Mars
Radical Connector
<CD> Sonig/Wide
A ben dieci anni dalla loro prima uscita discografica (Vulvaland) rimangono intatti stile ed attitudini del duo germanico dei Mouse On Mars, coaudivati ancora da Dodo Nkishi, prezioso per il contributo alle ritmiche, impeccabili, in un pop elettronico senza compromessi, tessendo trame oblique, fra languide melodie e dissonanze, spiazzando i sensi con vocalità sempre attentamente elaborate. Jan St.Werner ed Andi Toma continuano la loro stagione di calibrata sperimentazione spingendo meno sui versanti d'un suono cerebrale, recuperando una musicalità forse prima troppo raffreddata nel minimalismo, adesso stemperato, ma non per questo certo meno rigorosi nelle scelte di fondo. Sono i primi quattro brani a caratterizzare l'intero album, i controtempi di 'Mine Is Your', velatamente folk e psichedelica, con chitarrine e coretti in evidenza, subito seguita da 'Wipe That Sound', impastata di groove, ondeggiante e fluida, prima di passare alle costruzioni di 'Spaceship', un videogame sonoro condito da vocal effettati che evolvono su basi distorte ed ipnotiche. Anche 'Send My Shivers' desta attenzione, delicata, assortita con cura abusando della vena ammaliatrice che aveva fatto apprezzare il gruppo anche fra i versanti jazz neo-lounge. Contaminazioni che si tingono di molti influssi, spaziando dal dub all'ambient, dal post-rock alla techno, un suono complesso ed allo stesso tempo semplicissimo, che non rifugge dalla tradizione del pop. Cala un poco la tensione, dopo una prima parte alquanto brillante, e si chiude su atmosfere tenute a freno, in 'Evoke An Object', sommessa, raffinata e suadente, labirintica nelle trame. Nel complesso un risultato più che soddisfacente.
Aurelio Cianciotta