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. pop
Múm
Finally We Are No One
<CD> Fat Cat/Wide
Finalmente una band che, a ragione, può essere indicata come la next big thing in ambito electro-pop: i Mœm, di origini islandesi ma oggi residenti a Berlino, avevano già raccolto impressioni assai favorevoli con l'esordio "Yesterday Was Dramatic, Today Is Okay" e con numerosi remix per brani di Sigur Ròs, Emiliana Torrini e Figurine. C'era dunque molta attesa per questa seconda prova su lunga distanza, anticipata dall'incredibile singolo "Green Grass Of Tunnel", una meraviglia di tiny sounds, voci di ninfette ed albe nordeuropee. Un vero capolavoro minimal che ha entusiasmato non solo gli appassionati dell'elettronica giocattolo e che apre il nuovo disco su Fat Cat, subito seguito da "We Have A Map Of The Piano", altro possibile singolo di grande orecchiabilità e di incredibile forza emotiva. Da qui in poi vi è una progressiva regolarizzazione entro i canoni laptop dalle evidenti affinità con i prodotti di casa Morr, in tracce che non sempre presentano la voce delle gemelle Kristin e Gyda (vedi la ritmata ed esemplare "Don't Be Afraid, You Have Just Got Eyes Closed", dal titolo assolutamente programmatico) ma che ci conducono in spazi sognanti ed eterei. Dopo l'intermezzo dai suoni liquidi di "Behind Two Hills... A Swimmingpool", si passa all'oscura "K/Half Noise" - scandita da registrazioni di suoni fra i più disparati a fare da percussioni - ed alla malinconica e disturbata "Now There's That Fear Again" dalle forti somiglianze con le composizioni dei conterranei Sigur Ròs. Volutamente fuori fuoco in "Faraway Swimmingpool", i Mœm concedono più spazio alla produzione di Valgeir Sigurdsson per "I Can't Feel My Hand..." prima del lento ritorno alla luce di "Finally We Are No One" e del candido e lungo arrivederci in "The Land Between Solar Systems". Album eccellente che rappresenta, più che una semplice conferma, un termine di paragone.
Michele Casella