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. lounge, bossa, nu-jazz
mixed by Leo Daddi
Negroni > Play_One
<CD> Materiali Sonori
Generazione cocktail music, siamo passati dai Martini, agitati (poco) e non shakerati, ai Negroni (1/3 lounge, 1/3 nu-jazz, 1/3 latin), e ne è passata acqua sotto i ponti, in questo caso l'Arno di Firenze, adesso i dee jay ricevono certo maggior attenzioni rispetto ai barman. In fondo di arte della stessa natura si è sempre trattato, miscelare con cura, saper proporre gusti gentili e nuovi, ammansire il pubblico sotto la spinta di ricette che fanno girare la testa. Qui in consolle è Leo Daddi, affetto da sintomi di 'Negronite' (uno strano morbo), estremamente contagiosa dei ritmi downtempo e maggiormente ammiccanti di Llorca, Zuco 103, Bossa Nostra, di Gare Du Nord, di Buscemi (che remixa Suba) e dei Koop. Folta la schiera degli ex, anche importanti, che si cimentano col genere, non sappiamo se per passioni segrete, confusione stilistica o necessità di collocazione a fine carriera, fatto è che in queste selezioni ritroviamo nomi che ricordiamo per altro, Alexander Robotnick, citato da molti a livello internazionale come uno dei precursori dell'house music, Blaine Reininger, ex Tuxedomoon, insieme a Roger Eno (dopo tanto sperimentale appeal, proprio adesso che impazzano certe sonorità elettroniche), Steve Jensen dei mai dimenticati Japan. Good music, good people, good life: lo spirito dei tempi è cosa veramente difficile da decifrare.
Aurelio Cianciotta