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. italo electro
Alexander Robotnick
Oh No-.Robotnick!
<CD> Hot Elephant Music
Ben immaginiamo e siamo comprensivi degli effetti collaterali dell'aver residenza discografica a Greve nel Chianti (naturalmente si scherza), ma non ci voleva poi molto, volgendo lo sguardo appena più in là, a ricordarsi d'aver segnato la storia della dance contemporanea, pionieri dimenticati, ma non del tutto, fra corsi e ricorsi generazionali. Maurizio Dami, in arte Alexander Robotnick, ha pensato giustamente di lasciar perdere, per il momento, world music e lounge (abbracciate alla bisogna) e di tornar agli antichi amori, sia pur problematici (Problémes d'amour). Anche negli anni del synthcore si rispolverano le vecchie icone, e chi meglio del nostro, citato in continuazione, come un riferimento importante, dalla scuola di Detroit, e uno dei primi ad usare una Roland TB-303. Nuove tracce allora sono prontamente imbastite con gli stessi fili e strumenti di una volta, s'incomincia con 'Strobo 122', electro-funk abbastanza cupo e lirico, che insieme ad 'Alienation', forse il brano più riuscito, potrebbe con successo stare in scaletta fra Adult e Crossover. 'Supermarket' (alla tedesca) e 'Je T'Envoie' (con testi in francese), sono maggiormente insistite, quasi parodistiche (ma ci sta anche questo), mentre 'Blue Electric Lines' ritorna a forme più controllate risultando interessante. Ci sono notevoli intuizioni, ma qualcosa scappa sempre di mano nella confezione, succede anche in 'What I am' ('La Difference' poi è più vicino ai fratelli Righeira che non a Carl Craig), ma poco importa, per qualsiasi dj electro questo disco è una vera chicca da esibire compiaciuti.

Aurelio Cianciotta