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. funky, boogie, reggae, hip hop
Various Artists
Party Keller
<CD> Compost
E' ancora la Compost a voler spiegare al volgo la storia della musica contemporanea, quanto importanti siano per i nuovi generi i suoni che li hanno preceduti, per l'house e la techno, le ascendenze boogie ed electro, per l'hip hop ed il drum and bass, i ritmi del funky e del reggae (va da sé che sia il jazz, allora, il genere capostipite di tutta l'intelligent music). E' la sindrome da 'rare groove' (un virus non ancora definitivamente debellato), uno degli eventi memetici più controversi degli ultimi due decenni di sonorità contemporanee che nella (presunta) lotta agli stereotipi dei consumi musicali di massa ha prodotto anticorpi 'neo-modernisti' ben più infettivi e resistenti del nemico che intendeva combattere. Ad applicare le teorie del riciclo, questa volta, è Florian Keller, con quattordici incisioni tratte dalla sua preziosissima raccolta di vinile, inanellando episodi dimenticati fra le pieghe del mercato ma spesso recuperati a nuovi trattamenti, è il caso di 'Tears', dei Children Of Mission, prodotta da Giorgio Moroder, prototipo per Dj Shadow, in 'Organ Donor', oppure dei rimandi inaspettati, di 'Scratchin 100 Speakers' che assieme a Daniel Sofer vede all'opera un giovanissimo Dr Dre. Molte le gemme da non lasciarsi sfuggire, 'Uptown Top Rankin' ondeggiante reggae di Althea e Donna, 'Un Homme Est Mort', funkettone di Michael Legrand, oppure la splendida 'Born Under A Bad Sign', di Ellen Mc Ellwayne, interpretazione vocale ispirata condita da un basso fusion pulsante. L'evoluzione della musica (di tutta) è percorsa inevitabilmente dal plagio, basti non pensare che ci siano dei modelli in qualche modo originari: nell'infinita catena generativa si trova sempre qualcosa di precedente.
Aurelio Cianciotta