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. experimental
Philip Jeck
Host
<CD> Sub Rosa/Audioglobe
Philip Jeck non è certo nuovo a prove sperimentali, soprattutto dopo aver vinto il premio della rivista Time Out per aver suonato dal vivo con ben 180 giradischi. Da sempre interessato alla degenerazione del vinile rispetto al suono originale, in questo nuovo 'Host' egli procede per accumulo, sovrapponendo elementi sonori e de-strutturandoli ad arte. Con 'Community'si parte in maniera docile, con il vinile che viene fatto saltare ed il fruscio messo in primissimo piano. I cori sacri in lo-fi di 'Accomodation' vengono affiancati a rumori da motosega ed a chitarre che assumono un agghiacciante suono metallico. Questo vortice sonoro ci trasporta verso estremismi di saturazione del suono, eco reiterate e frequenze ammalianti che in 'Skew' si smorzano sensibilmente. Le astrazioni cedono il passo a melodie riconoscibili, che assumono parvenze delicate e addolcite prima di essere pian piano immerse nel rumore. Un processo che dura oltre venticinque minuti e che conduce ad un'inaspettata assuefazione noise. A suggello dell'operazione troviamo il documento più importante, una traccia video di eccezionale intensità che ci mostra il modus operandi di Jeck. Un brano a dir poco avvolgente, in cui l'artista manomette davanti ai nostri occhi i suoni provenienti da più giradischi, riuscendo a plasmare materialmente quanto (ri)prodotto. Una varietà compositiva fuori dall'ordinario, tanto più se si pensa che questa traccia è stata registrata durante una session radiofonica del novembre 2001 a Bruxelles.
Michele Casella