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Quasimodo Jones, Robots & Rebels, Shitkatapult . electro, rock, techno
Quasimodo Jones
Robots & Rebels
<CD> Shitkatapult
Una coppia da brivido quella composta dal cantante-performer Joe Koonz III assieme al produttore Hakan Libdo, il primo, rocker mutoide d'ultimissima generazione, tutto tatuaggi, anelli e unghie laccate (per tacere di cappellino da baseball, pizzetto ed occhiali da sole uniti ad una canotta black a rete), mentre l'altro, raffinatissimo esponente del genere tech-house più minimale, rappresenta invece uno dei punti di forza della Poker Flat Recordings, integerrima etichetta diretta da Steve Bug. Oggetto dell'impresa la realizzazione perfetta di un'idea che negli ultimi mesi sembra attraversare stili assai diversi, ovvero il recupero sotto altre forme degli immaginari hard-rock, ibridando la club culture con l'appeal selvatico del white trash. Niente di nuovo sotto il sole si potrebbe dire, già fatto nell'hip hop con Run-DMC ed Aerosmith e sembra sia passata una vita dagli anni di 'Walk This Way' ad oggi. Sorprende in ogni caso l'integrazione tra schitarrate ed electro-techno, le arie fascinose ed aliene delle ballad, bellissima in particolare 'Kansas', dagli umori western-freak, con una slide guitar mescolata alle pulsanti gliccerie elettroniche ed ai plug-in dello svedese. Ineccepibile la sequenza delle track, ordinate per catturare l'attenzione in un crescendo immaginifico di grande forza e persuasività. Il conflitto generazionale è finito, rock e techno, la musica dei padri e quella dei figli, di nuovo a braccetto. Può piacere da impazzire o infastidire (per la studiata elaborazione dei trend che tirano), ma è molto probabile che avrà comunque un successo strabiliante.
Aurelio Cianciotta