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Ryuichi Sakamoto, Chasm, KA'+B, Wide . electronica
Ryuichi Sakamoto
Chasm
<CD> KA'+B/Wide
Attorniato da un numero considerevole di pregevolissimi ospiti ritorna Ryuichi Sakamoto, seminale musicista e ricercatore, protagonista delle scene elettroniche e pop delle ultime due decadi, alla sua prima uscita solista in sette anni, dopo gli album pubblicati con Jacques e Paula Morelenbaum, tributo ad Antonio Carlos Jobim. Ancora più acqua è passata sotto i ponti dai tempi della Yellow Magic Orchestra, dalle collaborazioni prestigiose con Bowie, Byrne e Sylvian. Altre generazioni si sono succedute nel frattempo ed hanno sviluppato autonomamente traiettorie sempre più precise, proseguendo nell'investigazione di sonorità inedite quel sentire minimale ed astratto che già scaturiva (vago) dalle ceneri del rock, dalle prime contaminazioni (un termine ricorrente nella critica d'allora - ed abusato - per stigmatizzare il nuovo emergente, connettendolo senza troppi sforzi teorici a quello che invece era ben conosciuto e meno rischioso). S'impone a chi resta di quei primi sperimentatori il confronto con il contemporaneo ed in questo il maestro giapponese non sembra domo, passando in rassegna molte - troppe - della modalità ultimamente in voga. Già dalla prima traccia con calibrati tocchi e l'apporto di Mc Sniper viene data una personale interpretazione del genere r'n'b, subito seguita da un brano dissonante, di tutt'altra estrazione, 'Coro', lontanissimo dallo stile vellutato ed evocativo che segna la cifra stilistica dei tempi migliori, per poi infine di nuovo passare a visioni di pop obliquo, in 'War & Peace' (assieme ad Arto Lindsay). Sperimentale e rarefatta la title track, incisione numero quattro, prima del brano interpretato da David Sylvian, 'World Citizien', ballata nei consueti registri del romanticismo alla 'Forbidden Colours'. Dopo il bel intermezzo ambientale offerto da 'Only Love Can Conquer Hate' ci lasciano alquanto indifferenti le svisate pianistiche appena implementate da ronzii e scricchiolii, le iterazioni nel solco dell'avanguardia, le astrazioni di matrice groovy: esercizi di stile che non illuminano, alquanto pasticciati nel definire linee di sviluppo che siano complessivamente coerenti. Nel catalogo delle idee non potevano mancare naturalmente i rimandi a quella che è oggi l'essenza del nuovo minimalismo glitch, quei suoni sintetici e tagliati già esplorati nelle più recenti collaborazioni assieme a Carsten Nicolai ed a Fennesz. Passata la giovinezza dovrebbero servire meno parole, meno gesti, meno emozioni, per esprimere comprensione rispetto alle cose, Ryuichi Sakamoto, nel bene e nel male, conserva invece forza e curiosità onnivore. Troppi i punti di riferimento, troppa la carne al fuoco.
Aurelio Cianciotta