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. electro, electronica, white pop trash
Satellite Footprintshop
Liam
<CD> Werkzeug
Come evolverà il fenomeno esplosivo dell'electroclash? E' ufficialmente bandito il concorso d'idee per inventarsi (ed innestare) un proseguo coerente delle tendenze che molto successo stanno riscuotendo, ma con l'impressione, da più versanti, che il giuoco non possa restar tale per molto tempo, un po' come per la serie televisiva de 'Il Grande Fratello', nella quale urgono i colpi di scena (prima ancora che cominci a perdere definitivamente colpi). E' tutto, allora, un fiorire di variazioni sul tema, e non proprio così facile deve essere, sfornare a comando riusciti motivetti, per quanto semplici e sintetici siano gli inni di questa ennesima nuova onda. Christian Egger, Eva Egermann, Raoul Schmidt e Matthias Meyer, da Vienna, si applicano con cura a possibili mutazioni di forma del genere, virando verso il trash-pop elettronico, e condendo il tutto di un leggero cipiglio nichilista fra testi e concettuose improvvise assenze di suoni, a fine o nel bel mezzo di un pezzo (no, non è il mio lettore che mal funziona). Tutto ciò non è sufficiente per fare di 'Liam' opera memorabile, pur fra buone incisioni, 'Girl', ad esempio, controverso ma intrigante duetto, 'Weird Count', pulsante, ritmica, con alcuni suoni di synth e un certo incedere che ricorda i più seminali Suicide, oppure 'Everybody' (e un riferimento possibile potrebbe essere quello ai Sigue Sigue Sputnik). Nel complesso un discreto esordio.

Aurelio Cianciotta