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. pop
Solex
Low kick and hard bop
<cd> Matador/Wide
Necessaria premessa è che Solex (al secolo Elisabeth Esselink) possiede un negozio di dischi ad Amsterdam con un sacco di vecchi vinili da ascoltare fra un turno di lavoro e l'altro. La Esselink ha anche un buon orecchio, una voce frizzante ed un'indubbia capacità di rimescolare brani, appiccicarli l'uno sull'altro, farne collage musicali, trasformarli con un buffo maquillage sonoro. Tutte capacità che l'hanno resa l'eroina del cut'n'paste dei nostri giorni. Attenta ad ogni forma di elemento fonico che abbia le caratteristiche per diventare parte di una pop-song (dai rumori di strada al vocio di gente comune), la cantautrice (?) riesce a rendere sbarazzina ed orecchiabile ogni traccia del suo nuovo lavoro. Perfettamente calata nel nostro tempo e con un orecchio rivolto ai generi del passato, il progetto non perde in originalità, ma sembra non aggiungere nulla a quanto già detto nei precedenti album e se in qualche momento c'è un'eccessiva attenzione per il taglia e cuci, in altri le canzoni risultano perfino irresistibili.
Michele Casella