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. electronica, dance
Staedtizism 4
<2CD> Scape/Wide
Davvero non si può dar torto ai responsabili di questa interessante raccolta quando esprimono il concetto secondo il quale il termine 'funk' è diventato una delle più comuni metafore nella musica elettronica contemporanea (essendo usato per descrivere più o meno qualsiasi cosa) obbligandoci a riflettere su come oggigiorno con questa espressione s'intenda più un'attitudine che non uno stile vero e proprio. In questo caso le esplorazioni attorno al linguaggio del 'funk' e agli usi in prospettiva che potrebbero essere agiti (dopo che tali ricerche hanno investito nelle prime uscite dub, jazz e hip hop) assumono un carattere sperimentale, alla ricerca delle giuste connessioni che integrino quelle idee musicali ai tempi digitali in corso. Ben vengano quindi le evoluzioni dei Cappablack, dal Giappone (ma giusto a confondere le idee il riferimento più evidente sembra essere qui l'abstract hip hop di pochi anni fa), mentre già più stringente all'idea di partenza sembra essere il brano di Safety Scissors, venato da ondeggianti progressioni fusion-funk in abito techy, o quello di Andrew Peckler, maggiormente orientato alla ruvidezza dei suoni e alla loro iterazione strutturale su base groovy. Jan Jelinek e subito dopo Daniel Bell, rendono densa la parte centrale della compilation, infondendo calibrata sostanza sonica con scansioni modernissime, già intrise del senso ritmico oggetto dell'investigazione. Adeguato ed efficace anche l'inserimento di Thomas Fehlmann con il suo noisy dub, matrice comune delle ritmiche in levare, che nell'aggiornamento dei moduli techno acquista adeguato spessore.
Aurelio Cianciotta