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Swayzak, Loops From The Bergerie, !K7, Audioglobe . tech-pop, elettronica
Swayzak
Loops From The Bergerie
<CD> !K7/Audioglobe
Nuove forme sonore, ibridate con modelli assai pop, in una confluenza di stili che si è già allontanata dai sottogeneri storici dell'house music, agite dal duo scozzese formato da James Taylor e David 'Broon' Brown, in arte Swayzak. 'Loops From The Bergerie' segna una svolta decisa rispetto alle precedenti produzioni, non più laptop e minimali sintetiche sequenze, meno suoni rarefatti e sperimentali, forse effetto della vita agreste in un casolare della campagna francese (vicino Montpellier), dove è stato registrato l'album, con un'impronta quasi live, usando adesso una strumentazione perlopiù analogica. Nonostante la voglia d'un suono 'organico', focalizzati sulla struttura dei brani, coaudivati da altri valenti musicisti, fra i quali Kenny Paterson, oramai un membro effettivo del gruppo, con l'apporto di Francesco Brini, percussionista-batterista dalle origini bolognesi e poi con Richard Davies, Clair Dietrich e Mathilde Mallen alle voci, gli Swayzak risentono delle influenze anni ottanta, un misto di Depeche Mode e di New Order (a qualcuno vengono i mente anche i Cabaret Voltaire), soprattutto nella traccia d'apertura 'Keep It Coming', per poi ripiegare verso trattamenti techy con 'Another Way' cesellati da una volutamente delicata interpretazione vocale, o con 'My House' ancora fluttuante ed intensa. Sognante e un poco monocorde nell'incastrare le rime 'Snowblind', più sguisciante ed atipica 'Speakeasy' con armeggianti chitarre e corroboranti riff sostenuti dalle tastiere. Una buona prova che riapre il destino di questo combo a molteplici possibili evoluzioni.
Aurelio Cianciotta