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. experimental, minimal
The Loop Orchestra
Not Overtly Orchestra
<CD> Quecksilber/Wide
Alla base di questa produzione un'idea semplice ma efficace, costituire un'orchestra dove gli strumenti tradizionali fossero sostituiti da registratori a bobine. In una ben articolata operazione di sintesi concettuale si è pensato con un'iperbole di scambiare i suoni modulati dai singoli strumenti con dei loop, riservando quindi alle 'macchine' i compiti che tradizionalmente erano esclusiva (virtuosa) del musicista-interprete. Scarnificando l'idea stessa di composizione, nella sua accezione classica, la reiterazione inorganica dei meccanismi tecnici operata attraverso l'uso dei nastri preregistrati, in maniera del tutto rigorosa, rimette in discussione l'essenza stessa della musica, secondo il filosofo Perniola 'un entità già reale che non ha bisogno né della spiritualità, né dell'operosità umana'. Non è nuova l'australiana Loop Orchestra a queste sperimentazioni, in opera già da più di venti anni grazie a John Blades e Richard Fielding, adesso supportati anche da Emanuel Gasparinatos, Patrick Gibson e Hamish MacKenzie, ma centellinando le proprie produzioni nel tempo, dalla prima del 1990, 'Suspense', per la Endless Records, passando per 'The Analogue Years', del 1999, fino all'attuale, pubblicata invece dalla Quecksilber. Solo quattro le tracce, per un totale di tempo appena superiore ai 45 minuti, ipnotiche le scansioni, fra trasalimenti liquidi e ovattate battute, dilatati sussulti e una rarefatta tensione, che attanaglia, rendendo negli esiti apprezzabilissimo un progetto che fin dalle premesse (e dalla matura implementazione) appare corposo e partecipato, minimale ma brillante. Un piccolo gioiello che non può mancare nella nostra discografia.
Aurelio Cianciotta