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. minimal techno, microhouse Todd Bodine Surfaces <CD> Tresor/Audioglobe Che si definisca minimal, deep o microhouse, che si provi simpatia o meno per la celeberrima etichetta, insieme all'omonimo club berlinese seminale nell'evoluzione della dance elettronica internazionale, non cambia l'essenza. Questo è il suono della techno oggi, più secco, scandito, senza inutili orpelli e totalmente strumentale. Dalla Detroit di metà anni ottanta e dalla caduta del muro nella capitale tedesca molta acqua è passata sotto i ponti. Certo sopravvivono sonorità in cassa diritta decisamente più banali e commerciali ma fra gli addetti ai lavori ed il pubblico che vanta una certa conoscenza è proprio a queste frequenze ancora che si presta attenzione. Bodine non manca certo di stile, affinato nel lavoro nel campo delle soundtrack per film, le sue proposte vivide d'influssi electro e di fluttuanti ambientazioni space sono assai ipnotiche, fascinose nelle intricate texture, ammiccanti di dub e neo-funk. Una produzione, in questi ambiti, decisamente di qualità. Aurelio Cianciotta |