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. minimal techno, tech-house
Riccardo Villalobos
Alcachofa
<CD> Playhouse/Audioglobe
Territori di frontiera quelli esplorati da Riccardo Villalobos per la Playhouse, zone di risulta con ritmi fin troppo millimetrici e raffinati per poter essere annessi al genere techno ma al tempo stesso abbastanza sostenuti e concreti, tanto da escludere l'opzione esclusiva del minimalismo. Non è proprio il caso neanche di parlare di house, queste tracce rifiutano le soluzioni stereotipate del 'maistream' che fin dalla loro stessa origine sono pensate per una facile presa sui dancefloor. Già dalla prima incisione, l'ipnotica e splendidamente seriale 'Easy Lee', ci si rende subito conto della qualità espressa. L'incedere della voce, profondamente modificata con l'ausilio del computer, incede ad un sensuale romanticismo robotico, una melodia trasversale, deliziosa e perversa, che subito Richie Hawtin ha inserito nei suoi dj-set. Anche 'What You Say Is More Than I Can Say' (in 'edited version') lavora sull'incantamento obliquo della voce, processata, diluita e straniante in scansioni scarne e pulsanti. Echi perduti di funk artificiale, sincopi e sussulti, iterazioni insistite e battute secche, liquide diversioni, metamorfosi dei suoni in caleidoscopico susseguirsi. Davvero un'ottima produzione che conferma la Playhouse come una delle label europee da tenere sempre presente (qualora ce ne fosse ancora bisogno dopo le ultime uscite di Rework, John Tejada e Captain Comatose). Famous When Dead? Speriamo prima, molto prima.
Aurelio Cianciotta