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.art 05.09.03 Ars Electronica 2003, Code the language of our time. Il codice, inteso come linguaggio di programmazione o descrizione di processi, è sempre più al centro delle analisi di teorici e artisti dei nuovi media, per la sua imprevedibile capacità di implementare idee e modificare contesti sociali creando strumenti altrimenti molto difficili da realizzare. Ars Electronica quest'anno dedica al proprio al codice i suoi temi centrali nel consueto spiegamento di forze che caratterizza il più frequentato festival d'arte elettronica. A descrivere usi e manipolazioni creative del codice ci sono, tra gli altri Florian Cramer, Alexei Shulgin, Christa Sommerer e Laurent Mignonneau, Ben Fry, Golan Levin, Pierre Levy, Howard Rheingold (intervistato in Neural 20), John Maeda, Christiane Paul, Lia (pagina centrale in Neural 20), Casey Reas, Roman Verostko, Steve Sacks ed Erkki Huhtamo. I testi dei loro interventi sul catalogo sono stati già resi anonimamente pubblici da qualche giorno. Oltre ai premi, già annunciati da tempo, il programma prevede Pixelspaces, una conferenza sull'interattività performativa nella danza e nel teatro, e diverse performance, fra cui 'Messa di Voce', con l'interazione fra espressioni vocali e grafiche che si animano di conseguenza, 'Principle of Indeterminism' con lo straordinario compositore Iannis Xenakis che presenta le sue semplici creazioni in computer grafica che seguono quelle musical e 'Pol-Mechatronic Performance' con il corpo e le protesi di Marcel.li. Fra i progetti in esposizione, invece, va segnalato CODeDOCII del Whitney Museum in cui sono presenti gli italiani EPIDEMIC e Jaromil, Audiopad, Proce55ing, Responsive Portrait, nybble-engine-toolZ e Block Jam. Come sempre ci sono le installazioni all'Ars Electronica Centre e all'OK Centrum, la rassegna di computer grafica dell'Electronic Thatre, oltre all'Electrolobby e ai meeting non ufficiali. Fra le varie presentazioni anche quella di MagNet, il network di riviste di cultura dei nuovi media di cui Neural fa parte. |