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20.01.04
Bang the Machine: Computer Gaming Art and Artifacts.
È in corso allo Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco Bang the Machine: Computer Gaming Art and Artifacts, una mostra che conferma l'interesse crescente del mondo dell'arte nei confronti della cultura dei videogame. Prodotta in collaborazione con lo Stanford Humanities Laboratory consiste in tre diverse sezioni che affrontano il mondo della produzione non commerciale di videogame da diversi aspetti. Game Scenes, la maggior esposizione, include SimGallery di Katherine Isbister e Rainey Straus, Painstation dei Fur, RGB Project di Mauro Ceolin, 'Screenshots' di John Haddock, riproduzioni di momenti della storia contemporanea attraverso isometriche schermate tipiche dei giochi elettronici, le stampe di spazi lineari con una distorsione curva di Shirley Shor, una selezione dei video di machinima, la ricostruzione della tragedia di Waco di C-level, '600 Polygon John Carmack' una scultura del velebre programmatore di Quake realizzata con la stessa estetica del gioco, 'Carpet Invaders' di Janek Simon, il tappeto caucasico su cui viene proiettato Space Invaders, con disegni originali del tutto simili a quelli del celebre gioco, 'Budaechigae' di Sunny Kim e Paul Johnson, un videogame collaborativo in cui gli avatar dei due artisti si relazionano in maniera evolutiva man mano che passa il tempo, gli stravolti personaggi in 3D di Jason Weiner. Game Commons, invece, è una sezione sviluppata nell'ambito dell'ampio progetto Kingdom of Piracy, con tre nuovi lavori di altrettanti artisti (Eastwood Real Time Strategy Group, Logicaland/re-p.org e portable[k]ommunity), che celebrano l'etica di questa piattaforma di comunicazione aperta, curata da Shu Lea Cheang, Armin Medosch e Yukiko Shikata, che promuove la riappropriazione dei mezzi per esprimere l'importanza degli spazi comuni e condivisi al fine di influire in maniera politica sullo sviluppo della società dell'informazione. Playshop, infine, è lo spazio di workshop organizzato da Amy Franceschini dei Futurefarmers, con interventi degli stessi Fur e di Jonah Brucker-Cohen, 'Fingerprint Maze', un'interfaccia per trasformare le impronte digitali in labirinti 3D, oltre a seminari su wireless e sul linguaggio Processing. La stessa organizzatrice insieme a Richard Mortimer presenterà una serie di gameboy alimentati dall'energia ricavata chimicamente da un network di alberi di limone.