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error, joystick, Juanjo Fernandez
15.01.05
ErrŽor, estetica dell'errore.
ERRŽOR è il tentativo di costituire un archivio pubblico degli errori dei media digitali. Il collettivo spagnolo Joystick, che ha realizzato il progetto (insieme a Juanjo Fernandez), ci invita ad inviare immagini, video e suoni che siano in grado di rappresentare le défaillance alle quali sono spesso soggetti i tools tecnologici che utilizziamo nel quotidiano. Crash di sistema, errori di compressione, immagini sfarfallanti prodotte da schede grafiche in agonia, questo e tanto altro costituisce il contenuto dell'archivio di ERRŽOR. I Joystick, fedeli al motto di A. Einstein secondo cui "non è mai incappato in un errore chi non ha mai provato nulla di nuovo", conducono la propria investigazione alla ricerca di un'estetica degli errori dei media digitali. Una caratteristica importante dell'arte digitale è che essa non può esimersi dal dedicare la massima attenzione agli strumenti tecnologici, sono infatti questi strumenti a produrre l'output che noi chiamiamo arte. Ma i computer (e più in generale i media digitali), per loro stessa natura, si rompono, incontrano errori e défaillance ai quali non è possibile negare una propria valenza estetica. Si tratta di una tematica che ha sempre impegnato filosofi e studiosi di ogni genere: dalla teoria dell'errore di Benedetto Croce fino alla formulazione del concetto di estetica del macchinico da parte di Deleuze e Guattari, fiumi di inchiostro sono stati versati. Negli ultimi anni poi, il concetto di estetica dell'errore è diventato uno dei temi più investigati in campo netartistico, basti pensare alla sperimentazioni condotte da Jodi, Mark Napier, Retroyou, Arcangel Costantini (solo per citarne alcuni). Proprio tali ricerche hanno contribuito a ribadire come le macchine, e dunque anche gli errori da queste prodotte, sono da considerarsi costitutive della nuova estetica che pervade la network society, al pari dell'intelletto umano. Enfatizzare gli errori dei media digitali contribuisce, inoltre, a demistificare definitivamente il paradigma (tanto amato negli ambienti della comunicazione pubblicitaria) dell'infallibilità della macchina rispetto all'uomo.
Vito Campanelli