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.art 11.07.05 Mr. Punch, estetica meccanica del videogame. La forma dei videogame, soprattutto dei consolidati arcade, e dei suoi schemi di comunicazione delle varie fasi di cui si compone (inizio, fine livello, incremento del punteggio, avvio nuovo livello, fine gioco) sono un semplice ma riconoscibile linguaggio a sè stante. In una tipica tecnica artistica (rileggere un fenomeno con un linguaggio inedito) il gruppo Fur di Colonia ha realizzato nel suo ultimo lavoro un gioco completamente meccanico, esteticamente simile a quelli che affascinavano i facoltosi ragazzini degli anni trenta (i cosidetti 'automata'), e che poi sono stati realizzati in massa nei due decenni successivi, ma riproducendovi i concetti che mezzo secolo dopo hanno fondato l'interazione ludica elettronica. Le succitate fasi del videogioco sono rispettate alla lettera, infatti, nell'interazione che i due giocatori dirigono attraverso leve bidimensionali e forcelle che azionano i pugni scambiatisi dai personaggi di latta di fronte a loro. Mr. Punch, quindi, rappresenta una trasposizione di ciò che è inconsciamente stato assorbito come sequenza semiotica dei giochi elettronici in uno scenario plausibile ma irreversibilmente antecendente. I Fur hanno alle spalle numerosi ed eclettici lavori (fra cui Soundslam, PainStation, LegShocker e Furninja, Furminator e Ohrwurmbeschleuniger) che gravitano intorno ad una reinterpretazione di elementi ludici trasportati dalle consuetudini dello schermo alla nuda e cruda realtà. E se l'eccellenza tecnica di quest'artefatto ricorda opere come Pongmechanik, qui la cifra stilistica porta a confrontarsi con l'estetica pura dei videogame, rapportandosi con il gioco di per sè in questa storica fuga all'indietro. |