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.art 21.08.04 Read_Me 2004, Software Art and Cultures Conference. Si apre il 22 Agosto ad Aarhus, in Danimarca l'edizione 2004 del Read_Me, festival internazionale di software art che quest'anno si divide in una due giorni di conferenze e in una successiva tre giorni di 'camp', inteso come evento collettivo e condiviso in uno spazio, stavolta non all'aria aperta, ma ospitato dalla locale Accademia di Belle Arti. Questo festival rappresenta una ricca scansione annuale sull'uso del codice, delle interfacce e delle loro convenzioni come mezzo d'espressione artistica, offrendo quest'anno un ampio spettro di progetti e visioni. Lungo l'elenco degli interventi, fra cui, 'A Re-Declaration of Dependence Š Software Art in a Cultural Context It CanÕt Get out of' di Jacob Lillemose, una contestualizzazione socio-culturale della software art; 'Code as performative speech act' di Inke Arns, sulla performatività del codice; 'Coding Praxis: Reconsidering the Aesthetics of Code' di Geoff Cox, Alex McLean e Adrian Ward, sull'estetica del codice generativo; 'Lego for a Meta-Theory of Meta-Art-Forms' di Andreas Leo Findeisen, sui teoretici che possono influenzare le nascenti teorie sul software; 'Mise en Abyme in Software Art: A Comment to Florian Cramer' di Troels Degn Johansson, sulla figura della 'mise en abyme', ossia della ricorsività di elementi, da parte degli artisti come tematizzazione dei problemi di rappresentazione; 'Code Art Brutalism: Low-Level Systems and Simple Programs' di Simon Yuill, sulle relazioni fra codice assembly e architettura brutalista, 'Live Algorithm Programming and a Temporary Organisation for its Promotion' di Amy Alexander, Nick Collins, Dave Griffiths, Alex McLean, Fredrik Olofsson, Julian Rohrhuber e Adrian Ward, sulla neonata organizzazione Toplap fatta di musicisti che creano musica in tempo reale col codice; '{Software} Structures' di Casey Reas sulle relazioni fra il software e il lavoro dell'artista Sol Lewitt; 'Super-Abstract: Software Art and the Redefinition of Abstraction' di Brad Borevitz, che analizza l'astrazione presente nel software su molteplici livelli; 'Digital Objects' di Matthew Fuller che analizza un gruppo di progetti di social software che spingono a riflettere sulla natura stessa del software; 'No Carrier and Other Stories from Philippine BBS Culture' di Fátima Lasay, sulla significativa cultura delle BBS nelle Filippine; 'A Glimpse Beyond Search Engines' di Christophe Bruno, che cerca di guardare alla rete come un insieme globale di testi con tutte le conseguenze filosofiche del caso; 'The World According to the Web' di Douwe Osinga & Ernst Wit, che cercano di costruire mappe bidimensionali per descrivere il mondo visto dal web; 'The Sequencer Paradigm' di Alessandro Ludovico, sul software di sequencing musicale visto come archetipo culturale; 'Made by Users' di Mirko Schaefer, che descrive il ruolo potenziale degli utenti nel plasmare i prodotti in un contesto di libertà culturale e 'Software Art and Political Implications in Algorithms' di Pau David Alsina Gonzalez, che descrivono le inevitabili implicazioni politiche nella creazione di algoritmi che interroghino database. Il camp è gestito in collaborazione con il Dorkbot, un'organizzazione informale ma molto attiva che facilita le riunioni locali di chi sperimenta con software, hardware e tecnologia varia. Anche qui sono previsti workshop, presentazioni e performance nei tre giorni successivi, fra cui Paul Slocum, Peter Luining, i creatori di N.E.S.T., Tom Betts, Joan Leandre, Douglas Repetto e Goodiepal. |